Info turistiche


Posizione geografica del Villaggio 



Il "Villaggio delle Ginestre" è situato ai piedi del Parco dell'Alta Murgia, nel Comune di Cassano delle Murge, circa 12.500 abitanti, situato a m. 341/474 s.l.m., a 29 Km. dal suo capoluogo, Bari, si stende ai piedi del gradino superiore delle Murge in una posizione molto amena. Dalle sue colline più alte si gode un panorama inimitabile che abbraccia il Gargano e l'ampia conca della Valle d'Itria.

La sua particolare posizione geografica e la presenza di un meraviglioso bosco, "Mercadante", creato nel 1928 per risolvere il problema delle frane, ne ha fatto una delle zone predilette per l'agriturismo. La foresta "Mercadante", si estende per oltre milletrecento ettari di pini, cipressi e roverelle, dietro i quali è facile scorgere volpi, faine e donnole; l'area, gestita dal corpo forestale, è fornita di servizi e di zona ristoro.



Per raggiungerlo in auto

Dall'uscita di Acquaviva delle Fonti, della A14, raggiungere Cassano delle Murge e poi proseguire verso Altamura - Foresta Mercadante per ulteriori 5 km circa.
Dall'uscita Bari-sud della A14, prendere la S.S. 271 per Matera e seguire le indicazioni per Cassano delle Murge, poi verso Altamura - Foresta Mercadante per ulteriori 5 km circa.



Feste e sagre



·        Ad agosto "Sagra della focaccia". Irresistibile il profumo che si sprigiona nei vecchi forni del paese.


·        "Agosto Cassanese":Teatro, musica, balli popolari , degustazioni prodotti tipici.


·        14 Settembre. “Festa del Crocifisso” : Cavalcata nel paese.


·        A Dicembre "Mercatino dei dolci tipici" fatti in casa.


Da vedere

  • Nel caratteristico borgo antico di CASSANO delle Murge dove si intersecano viuzze e piazzette, si erge la TORRE CIVICA risalente al 1897, in severo stile neoclassico, il Palazzo MIANI PEROTTI, costruito nel 1763, ad opera dell’arch. Vincenzo Ruffo, allievo del Vanvitelli, l’ottocentesco PALAZZO MUNICIPALE.
  • Molteplici le chiese e gli edifici religiosi fra cui il SANTUARIO e CONVENTO S. MARIA DEGLI ANGELI., risalente al 1469.
  • Inoltre la chiesa del SANTISSIMO CROCEFISSO del 1611, la cui cripta , sicuramente protoromantica è in pietra rustica a vista.
  • La chiesa più suntuosa è la CHIESA MADRE dedicata a SANTA MARIA ASSUNTA.
  • Di interesse geologico, naturalistico e faunistico, con molti tratti boschivi, tra cui la FORESTA DI MERCADANTE, una pineta reimpiantata di 1400 ettari.
  • Molti i percorsi naturalistici in cui s’incontrano specie vegetali tipiche della macchia mediterranea,querce secolari, erbe e fiori spontanei (l’orchidea della Murgia) in questo variegato panorama che và dalle immense distese di ulivi che scendono fino al mare, all’ultimo abitato carsico di tipo stopposo presente in Europa che è la Murgia.
  • La Grotta di Cristo- all’interno un percorso per ammirare il lavoro millenario della Natura: stalattiti, stalagmiti, drappeggi e colonne che testimoniano un lavoro iniziato milioni di anni fa.


Feste e sagre ad Acquaviva delle Fonti (Km 5)



La festa della cipolla si svolge ogni 1^ domenica di Ottobre. La cipolla acquavivese è un prodotto locale D.O.C., le caratteristiche del terreno su cui viene coltivata e l'acqua sorgiva che la nutre la rendono gradevole al palato, rossa e profumata è ideale per essere consumata cruda o utilizzata per preparare sughi, primi piatti, arrosti, insalate e rustici. In occasione della festa si effettuano mostre a cura delle scuole e di pittori per la valorizzazione dell'ortaggio locale ed inoltre spettacoli musicali con artisti di fama nazionale.

La festa del vino primitivo si svolge l'11 novembre. Apertura delle cantine site nel centro storico con degustazione di prodotti locali e del vino primitivo, in piazza esecuzione di canti e balli popolari a cura del Centro Anziani e delle scolaresche.

La festa dei dolci di pasta di mandorle, delle pettole e tipicità natalizie si svolge l'8 dicembre, mentre La sagra delle pettole, cartellate e dolci di mandorle il 15 e 16 dicembre. In caratteristici locali del centro storico si possono degustare tipici dolci natalizi e pettole ed inoltre visitare, lungo un percorso, i presepi appositamente allestiti presso chiesette e case private.


Manifestazioni folkloristiche



La "fanove" è un falò propiziatorio che si realizza il secondo martedì di marzo, ad una settimana della festa in onore a Santa Maria di Costantinopoli, protettrice del paese. Vengono accumulate le fascine fino a formare un mucchio alto 4/5 metri. Al centro, sulla estremità viene posta la cima cima, un palo addobbato ed arricchito con doni (solitamente generi alimentari) raccolti per il paese. Quando il fuoco appiccato alle fascine si estende, la cima cima ne viene raggiunta e inevitabilmente cade. La direzione verso la quale punta il suo vertice, secondo la tradizione, indica la contrada che produrrà il raccolto più abbondante. Altri falò simili vengono incendiati in tutti i rioni della città il 19 marzo giorno della festa di San Giuseppe. Al calore della brace vengono consumati taralli, ceci abbrustoliti, noccioline, mandorle e buon vino primitivo.

In occasione della Festa di San Francesco da Paola che si celebra il 2 aprile, nel rione omonimo viene issato un palo della cuccagna. Alla sua estremità vengono appesi generi alimentari di ogni tipo: agnelli, provoloni, salsicce e quant'altro di buono le tradizioni gastronomiche locali tramandano.

Nella Domenica che precede il primo martedì di Settembre, giorno della festa patronale in onore della Madonna di Costantinopoli si svolge un Corteo Storico. Il corteo rievoca l'arrivo in Acquaviva del quadro raffigurante la Madonna. Il quadro viene portato in maniera trionfale su un carro trainato dai buoi e collocato sulla Cassarmonica.
Il primo martedì di Settembre nel giorno della festa della patrona della città, a mezzanotte viene lanciato il pallone, una mongolfiera di carta alta 21 metri con una circonferenza di 42 metri ed un'imboccatura dal diametro di 3 metri dalla quale, con la combustione di paglia di orzo umida, viene gonfiato fino a fargli prendere il volo. Il Pallone viene lanciato, fin dall'origine della tradizione nel lontano 1848, in Piazza Vittorio Emanuele II. Palazzo Panizza, grazie all'altezza della sua facciata ed alla sua posizione, lo ripara dal vento di ponente, che in quel periodo spira nelle ore notturne, e ne permette una gonfiatura regolare.
 Il momento in cui il pallone prende il volo è molto suggestivo ed atteso, oltre che dai cittadini di Acquaviva, anche dai numerosi forestieri che ne restano affascinati
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Presentiamo Cassano delle Murge

Cassano delle Murge, circa 12.500 abitanti, situata a m. 341/474 s.l.m., a 29 Km. dal suo capoluogo, Bari, si stende ai piedi del gradino superiore delle Murge in una posizione molto amena. Dalle sue colline più alte si gode un panorama inimitabile che abbraccia il Gargano e l'ampia conca della Valle d'Itria. 

La sua particolare posizione geografica e la presenza di un meraviglioso bosco, "Mercadante", creato nel 1928 per risolvere il problema delle frane, ne ha fatto una delle zone predilette per l'agriturismo. La foresta "Mercadante", si estende per oltre milletrecento ettari di pini, cipressi e roverelle, dietro i quali è facile scorgere volpi, faine e donnole; l'area, gestita dal corpo forestale, è fornita di servizi e di zona ristoro. 

Le origini di Cassano sono antichissime e si fanno risalire alla civiltà romana. Ciò viene confermato da numerosi ritrovamenti archeologici, come il recente rinvenimento di un prezioso pavimento musivo del V secolo. E' altresì documentato che verso la metà del V secolo, in un punto del territorio detto "Lago di Battaglia" ebbe luogo un combattimento fra le milizie greche e l'esercito di Totila, nel quale si distinse per coraggio una donna cassanese, vestita da guerriera, che cadde eroicamente. Ad onorarne la memoria, i compagni le eressero un monumento con un cumulo di pietre, detto ancora oggi "Specchia di femina morta". 

Centinaia di manufatti in pietra, pitture, vari oggetti trovati nelle grotte intorno alla cittadina ci raccontano di insediamenti preistorici. A causa della tipica conformazione territoriale delle zone carsiche, si trovano numerose grotte in tutto il circondario di Cassano. La più grande si trova a circa 3 Km. dall'agglomerato urbano ed è quella detta "di Cristo", scoperta nel XVII secolo. A due Km. a est troviamo la grave di "Pasciullo", profonda 180 metri e ancora da esplorare. A tre Km. a sud-est, sgorga una sorgente inesauribile chiamata "Pozzo di Conetto". La recente scoperta di un menhir, risalente a 2500-2000 anni a.C. conferma, tra l'altro, le antiche origini del borgo. 

Le indagini storiche hanno accertato che anticamente Cassano fu abitata dagli Apuli che si stanziarono nella zona intorno all'anno 1000 a.C. e la cui civiltà era piuttosto progredita. Si dice che nel territorio cassanese fosse stato costruito un tempio dedicato al Dio bifronte Giano, nel luogo in cui oggi si trova la chiesa del SS. Crocifisso. Da questa circostanza sarebbe derivato il toponimo della città, "Casa Jani". Numerosi studiosi sostengono che nell'antichità Cassano appartenesse alla gente Cassia, alla quale sarebbe stata donata dopo le vittoriose campagne contro Taranto e per la conquista della Grecia. Nella seconda metà dell'XI secolo, il Duca di Puglia e Calabria, Roberto il Guiscardo, concesse questo borgo all'Arcivescovo di Bari. Dopo la fortificazione, avvenuta intorno alla metà del XIV secolo, appartenne ai Del Balzo, agli Acquaviva, Duchi di Bari, e in seguito ad altri feudatari. 

All'epoca dell'eversione dei feudi, il borgo risultava intestato, come Principato, agli Ayerba-d'Aragona. Per distinguerla dalle numerose Cassano sparse sul territorio nazionale, il 14 Agosto 1862 il Consiglio Comunale deliberò la denominazione di Cassano delle Murge. Cassano, oggi, è un attivissimo centro agricolo e commerciale, e anche se negli ultimi anni si è notevolmente sviluppata l'attività artigianale, soprattutto nel settore del tessile e abbigliamento, ormai gran parte della sua fortuna economica è legata al TURISMO. 


L'antico e l'attuale stemma del Comune


Il primo civico emblema di Cassano delle Murge, fu il leggendario Pellicano, il quale, secondo l'interpretazione allegorica del Medioevo, rappresenta la creatura che con immensi sacrifici, lacerandosi il petto, nutre i suoi piccoli col proprio sangue, indicando così la pietà, l'amore e la carità verso il prossimo.

Ciò si ricollega, nel simbolismo figurativo cristiano, nel quale il Pellicano rappresenta il Cristo immolatosi per la salvezza degli uomini, ovvero offertosi a loro, nell'Eucarestia, come nutrimento dell'anima. 

Nel corso dei secoli lo stemma comunale ha subìto delle modifiche: al Pellicano fu aggiunta la Vergine Assunta in Cielo, coronata da Angioletti; nel 1805, con l'avvento degli anticlericali, disparve l'immagine della Madonna, rimanendovi solamente il Pellicano; con un decreto del 1818, invece, viene eliminato il Pellicano e sullo stemma, riappare l'effigie della Madonna, con ai lati San Nicola e San Rocco. Verso la metà dell'ottocento, riappare il Pellicano sopra l'effigie della Madonna. Finchè dal competente Ufficio della Consulta Araldica, su decreto del 1934 a firma del Capo del Governo e del Re d'Italia, si ottenne la definitiva restaurazione dello stemma (tutt'ora in vigore), che rappresenta la "Madonna dell'Assunta in cielo, leggermente posata sulle nubi e coronata da due angioletti".

IL CENTRO STORICO di CASSANO


La prima sensazione che le vecchie case del Centro Storico di Cassano danno all'osservatore, è quella del "tutto costruito". Un susseguirsi di vecchio e di nuovo che, ad ogni anno che muore, perde un po' del suo volto originario, sottoposto, come è, all'usura dei secoli e a continui rimaneggiamenti.

Un susseguirsi di piccole case nel cuore del paese formano un ghirigoro intorno a stradine, viottoli, vicoli ed archi, con finestrelle anguste come pertugi, ripide gradinate inerpicantisi sui fianchi esterni dei muri, dove cavernose cisterne d'acqua piovana e sorgiva diffondevano gemiti di carrucole e catene. 

D'altronde, fu il limitato spazio, determinato dalla cerchia delle mura medievali, a dettare le sue leggi, a imporre edifici con soprani, a suggerire di utilizzare, quando la profondità del lotto lo consentiva, lo spazio interno a mo' d'atrio scoperto, disponendovi intorno le stanze. E fu ancora lo spazio che, imponendo la costruzione a schiera, determinò vani ciechi, fissando una tipologia che ancora oggi trova frequenti applicazioni. 

Particolare riflesso dell'architettura medievale furono, a partire dal secolo XII, le "case-torri" che, come le torri alle quali si ispiravano, ebbero scarso valore abitativo: una bottega o fondaco al piano terreno e uno o due piccoli vani sovrapposti nei piani superiori, collegati da ripidissime scale di legno. 

A Cassano, che nel 1139 contava poche centinaia di anime, l'architettura rispecchiò quei caratteri di cui innanzi, come sta a testimoniare la superstite casa-torre di via S. Giovanni, trasformata con l'aggiunta di una scala esterna e porta soprana. 

Per contro, queste povere e neglette case, l'una a ridosso dell'altra, con aggrovigliati tetti scuri, una varietà di ciminiere, gradini che conducono al primo piano, e gradoni a sedile appoggiati alle pareti esterne, annualmente ripetute da mani di calce bianca, ancora oggi, danno un aspetto veramente suggestivo, caratteristico, "naturale" e formano un autentico artistico paesaggio incorniciato dalle sovrastanti ridenti colline, che abbracciano Cassano tra ponente e mezzogiorno, e minacciose, paiono messe là per separarlo dal resto dell'umanità. 

Nel centro storico si possono ammirare la sconsacrata medievale chiesetta di "Santa Maria dei Martiri" con abside; la suggestiva Cripta del Crocifisso; il romanico campanile della Chiesa Matrice; il neoclassico palazzetto Miani-Perotti (opera dell'architetto cassanese Vincenzo Ruffo, allievo dei celebri architetti Carlo Galli detto il " Bibiena " e Luigi Vanvitelli, l'autore della famosa Reggia di Caserta); la Torre Civica con la Sede Municipale e la nuova Sala Consiliare; due torri superstiti della distrutta cinta muraria medievale ed alcune Cappelle secentesche.

Itinerari turistici  LA FORESTA "MERCADANTE"


La Foresta (attualmente 1.300 ettari) sorse per difendere Bari dai ricorrenti disastri alluvionali. Settant'anni or sono furono completati i lavori di impianto della Foresta "Mercadante", divenuta, ormai, "il polmone di Bari". In questi ultimi tre decenni, molti progressi sono stati registrati, ma il più importante di tutti è stato la riconferma dell'interesse turistico, intimamente legato all'incremento della foresta che, con le assidue cure ed i pazienti lavori di tre generazioni, è diventata la maggiore attrattiva cassanese e merita, perciò, di essere meglio conosciuta ed illustrata.

Tutti sanno che ad occidente di Bari vi era la foce del torrente Picone che si impaludava nella zona tra la città e la penisoletta di San Cataldo; palude che agli inizi del '500 la Duchessa di Bari, Isabella Sforza-d'Aragona, cercò inutilmente di bonificare, facendo aprire opportuni sbocchi sul mare.

Il torrente, serpeggiando attraverso i territori di Cassano, Sannicandro, Bitritto, Carbonara e Bari, sfociava nel centro dell'insenatura tra Bari e San Cataldo, dove aveva termine il muro della cinta daziaria eretto dopo il 1868 all'imbocco della via Nazionale per Foggia e Napoli.

Il suo letto, lungo circa 35 Km., è costituito da una lunga successione di lame scavate nella crosta terrestre, ricche di prosperi vigneti. Ma l'incremento edilizio del XX secolo lo ha quasi completamente cancellato. La gravissima piena del 1567 cancellò tutte le opere eseguite nel tempo sotto una immensa coltre di fango e detriti. Così il "pantano", divenuto più vasto, insidioso ed insalubre che mai, prese il nome di "Marisabella", per ricordo dello sfortunato tentativo della Duchessa Sforza.

L' alluvione del febbraio 1905 dilagò a Bari causando 18 morti e migliaia di disastri e senza tetto che richiamarono l'attenzione delle competenti autorità. Il flagello si ripeté, con nuovi elevatissimi danni ed altre vittime, nei giorni 3 e 5 settembre 1915; ma c'era la tremenda guerra con le sue pressanti necessità, ed il nuovo disastro diede origine solo a lunghe polemiche ed insufficienti mezze misure con le quali si tirò avanti fino al tragico 6 novembre 1926, quando un nubifragio mai visto, dopo aver spazzato l'inadeguata trincea di sbarramento, invase tutto il lato sud-occidentale del capoluogo, sommergendolo sotto una massa fangosa alta fino a 60 cm. e, purtroppo, con altri 19 morti e 50 feriti!

Il governo dell'epoca, prontamente prese a cuore la questione sotto tutti i suoi aspetti sociali, geografici, meteorologici ed economici, e sulle risultanze degli studi dei vari tecnici interessati, venne decisa la deviazione dell'infausto torrente. Con provvida sollecitudine, la Cattedra di Agricoltura di Bari e l'Ispettorato Agrario, d'intesa con il Comando del Corpo Forestale, approntarono il piano di esproprio del regio decreto 30-12-1926 n. 3287: "Provvedimenti da adottare per il bacino del torrente Picone, in dipendenza dell'alluvione nell'abitato e nella provincia di Bari, confinante a Nord con la provinciale Cassano-Altamura, ad Est con la località "Femmina Morta" ad Ovest con quelle di "Chiummo" (cioè piccolo) e "Monsignore".

La foresta, che si spande in massima parte nell'agro cassanese e solo per un pezzettino in quello altamurano, dista quasi sette chilometri da Cassano e circa 35 da Bari. Successivi espropri hanno fatto salire il comprensorio di Mercadante dagli iniziali 1.041 agli attuali 1.300 ettari, divenendo, così, la prima e la più estesa fra quelle create nella provincia di Bari. Dalla preziosa monografia su Cassano dell'Alessandrelli, si apprende che nell'iniziale piano di esproprio, la tenuta più ricca ed importante era quella attorno alla masseria dell'Avv. Giuseppe Mininni (futuro assessore provinciale e presidente dell'Acquedotto Pugliese), comunemente denominata "Mercadante": fu la prima ceduta all'Amministrazione Forestale, battezzando col suo nome la nascente foresta, già appartenente ad una antica famiglia altamurana.

Le varietà delle piante messe a dimora, vanno dai pini alpensis, pinea marittimi, ai cipressi comuni, piramidalis ed horizontalis; dalla roverella al quercis ilex (leccio), al pseudosuber (fragno) e alla spinosa (quercia); dal cedrus atlanticus, a quelle impiegate di recente: olmi, robinia, frassino, ormello, bagalaro, eucalipti, ecc. Le più vecchie ne hanno da 40 a 60 anni, dato che le prime piantate andarono distrutte dai, purtroppo, numerosi incendi, eufemisticamente classificati "spontanei" o "accidentali".

Possiamo tuttavia affermare, con piena serenità, che la via della foresta "Mercadante" è la strada del benessere, non solo per Cassano e i cassanesi, ma per tutti coloro che gioiosamente la battono per poter respirare un poco di aria pura in ambiente sereno e piacevole, indispensabile per ritemprare le forze logorate dallo stress quotidiano. 

IL SANTUARIO-CONVENTO "SANTA MARIA DEGLI ANGELI"
LA STORIA



Nel 1250 circa, a seguito di triplice visione rivelatrice ad un pio sacerdote cassanese, avviene la scoperta dell'immagine della "Madonna degli Angeli", affrescata su una parete della grotta naturale posta sulla Murgia di Cassano. L'Immagine Sacra era stata nascosta nella grotta plurimillenaria a seguito delle persecuzioni (717-741) di Leone III detto l'Iconoclasta.

La scoperta aveva sùbito fatto accorrere sul colle, non soltanto la popolazione cassanese ma anche una grande massa di pellegrini da ogni dove provenienti. Fu eretta una Chiesetta e alcune cellette che ospitarono i primi assistenti del sacro luogo: i Francescani Minori dell'Osservanza. Nel 1598 furono sostituiti dagli "Alcantarini". 

Trascorsi oltre due secoli dal ritrovamento, fu costruito il nuovo Convento, autorizzato con Bolla di SS. Papa Paolo II in data 29 maggio 1469, grazie alle donazioni dei cassanesi Bartolomeo Cimbrone e Sac. Don Domenico De Consulibus e le elargizioni del feudatario di Cassano, Giulio Antonio Orsini-Acquaviva, Duca d'Atri. 

La festività della "Vergine degli Angeli" era stata stabilita il 2 agosto di ogni anno, e si solennizzava sul Convento, a cui si aggiunse una fiera di 8 giorni accordata da Carlo VIII, Re di Francia, con regolare Diploma del 25 Aprile 1495. Col tempo la grotta fu man mano abbandonata, fino a diventare cisterna d'acqua, dimenticandosi dell'esistenza dell'affresco ivi riprodotto, tanto da far credere ad una storia immaginaria e di favola.

Il simulacro della "Madonna degli Angeli", che all'epoca si venerava, era costituito da una piccola statua di legno, oggi posta in cima all'Altare del Crocifisso. La nuova statua, tuttora venerata, fu realizzata nel 1829, scendendo dal colle per la prima processione in paese del 2 agosto 1830, dietro permesso di S.E. l'Arcivescovo Mons. Michele Basilio Clary e dell'allora Sindaco Avv. Domenico Angelo Miani. Successivamente, la processione in paese fu definitivamente autorizzata con Bolla Arcivescovile del 16 Ottobre 1830. 

Il secondo rinvenimento dell'Immagine Sacra, abbandonata nella grotta-cisterna, avvenne il 19 maggio 1855 dopo che la "Vergine degli Angeli" era apparsa in sogno, distintamente a due donne e ad un altro sacerdote, tutti cassanesi. Il ritrovamento fu effettuato da Padre Domenico da Cassano e Fra Michele da Bari, guidati da Padre Daniele da Valenzano, Ministro Provinciale dei "Padri Riformati di San Nicola di Bari". L'evento fu festeggiato il giorno dopo, domenica 20 Maggio, con corteo guidato dall'Arciprete Don Raffaele Turitto, col Primicerio Don Giovanni Gentile e il Capitolo di 16 Sacerdoti, che offrirono alla "Madonna" la "Corona d'Argento". 

In ricordo della seconda Apparizione, ogni Terza Domenica di Maggio si festeggia la cosiddetta "Madonn' d' Basce". Il Quadro riproducente l'immagine della "Madonna della Grotta", eseguito dal pittore Felice Colonna in occasione della seconda rivelazione suddetta, viene portato in processione dalla Chiesa di San Giuseppe al Convento, accompagnato da carri allestiti a festa, carichi di "panedd", che vengono benedette e distribuite a tutti i fedeli desiderosi di conservarle in casa, per devozione alla "Patrona" e contro le avversità. 

Nel 1866, a seguito dell'espropriazione dei beni ecclesiastici da parte dello Stato, il complesso Conventuale divenne bene demaniale e, con successive leggi, patrimonio del Comune di Cassano Murge.

Con tale soppressione, seguì naturalmente la partenza dei padri Religiosi Francescani rimasti. Così, il Santuario ed il Convento caddero in un profondo declino, anche se la devozione alla Madonna degli Angeli non è mai venuta meno. Il 2 Agosto del 1924, i festeggiamenti in onore della Santa Protettrice dei cassanesi si arricchirono del suggestivo Rito della simbolica "Consegna delle Chiavi d'Argento della Città" alla Vergine ss. da parte del Sindaco, previa benedizione impartita dal Parroco della Chiesa Matrice.

Il 21 Luglio 1935 i Padri Agostiniani, tra l'immensa gioia dei cassanesi, entrarono a condurre il Convento, ridando luce e vita all'antico Santuario. Nel corso della memorabile suggestiva manifestazione, il Podestà Marchese Ernesto Carignani (nipote dello storico Armando Perotti), si compiacque di donare ai nuovi custodi del Convento, la preziosa Bolla originale di Papa Paolo II, datata 29 maggio 1469, di erezione del Santuario, tutt'ora gelosamente conservata negli archivi della Comunità Agostiniana. Viene, così, attuata subito la costruzione dell'Istituto che fiancheggia il Convento, che diventa un Centro Studi Teologici e, successivamente, un importante Centro di Spiritualità. 

ESTERNO DEL SANTUARIO

La facciata settecentesca, cuspidata, è aperta al centro da una finestra centinata. Il portale è sormontato da un arco a sesto acuto nella cui lunetta è collocato un bassorilievo della Vergine degli Angeli. Addossata alla fiancata sinistra si erge la costruzione del CAPPELLONE DEL CROCIFISSO nella cui parete è incastonato un bassorilievo in pietra, raffigurante l'Eterno benedicente e che regge con la sinistra il globo. Sulla destra l'accesso al Convento, cui si giunge attraverso il caratteristico Chiostro quattro-cinquecentesco. Sempre sulla destra, affiancata al Convento, la grande mole del complesso costruito nel 1937 dai Religiosi Agostiniani, per opere sociali. 

INTERNO

Navata centrale: è' come un corridoio (m. 23,20 x 5,25) con volta a botte e pareti nude. Sulla sinistra un quasi corridoio forma la navata laterale con in fondo il PRESEPE e poi il vano del CAPPELLONE DEL CROCIFISSO. A fianco del Presbiterio le rampe di accesso alla GROTTA cui si arriva attraverso un SACRARIO di pregevoli marmi, in ricordo dei Caduti in guerra di Cassano.

Navata laterale: corridoio (m. 10,00 x 3,10) con volta bassa ed archi. Sullo sfondo: il Presepe; sul lato sinistro: altari di S. Rita e S. Agostino (di recente fattura marmorea) e ingresso al CAPPELLONE DEL CROCIFISSO.

LE PRINCIPALI OPERE D'ARTE

La Chiesa e il Convento di Cassano, per la ricchezza delle opere d'arte di cui sono dotati, costituiscono veramente un piccolo scrigno. Si deve senz'altro allo zelo e alla operosità dei Figli di Francesco l'abbondanza di opere che man mano hanno arricchito il Santuario. Operosità che mentre ha arricchito il "sacro luogo", ha lasciato nella povertà dell'anonimato quasi tutti i rispettivi autori. Sono opere di pregevole fattura che da sole esprimono la bravura degli autori, anche se sui loro nomi si ripetono le espressioni "autore ignoto" o "è attribuito". 

· PORTA DI INGRESSO: costituita da due ante delimitate da fini lesene poggiate su un alto zoccolo e con capitelli scolpiti a ovuli e volute e divisi in riquadri; in essi, vasetti preziosi e finemente dipinti con motivi nastriformi. Opera di bottega locale dei XVIII secolo restaurata nel marzo 2002. 

· PULPITO: nel riquadro centrale sono rappresentati i simboli Eucaristici delimitati da Cesene e riquadri con motivi floreali. Questi si ripetono anche nella zona inferiore alternati da grosse foglie di acanto che fungono da sostegno alle colonnine; sulle facce laterali si ripetono gli stessi motivi. Ignoto intagliatore locale del XVI secolo. Restaurato nel maggio 2002. 

· CROCIFISSO LIGNEO: del XIV - XV sec. 

· SETTE PICCOLE SCULTURE IN LEGNO: raffiguranti rispettivamente la Madonna col Bambino, quattro busti di Santi Martiri e due Ostensori, tutte collocate nelle nicchie della " macchina lignea" del Crocifisso ed attribuite ad ignoto intagliatore del '500. 

· ARTISTICO TABERNACOLO IN LEGNO: opera di Fra Giuseppe da Soleto, della prima metà del XVII sec. 

· TELA DI "SANT'ANTONIO DA PADOVA": opera di Fra Francesco da Martina Franca, dei primi decenni del '600 

· TELA "DELL'IMMACOLATA": opera del detto Fra Francesco da Martina Franca, in collaborazione con Fra Giacomo da San Vito dei Normanni 

· PALA DI SAN FRANCESCO: dipinto a tempera della seconda metà del XV sec. 

· DIPINTO CON TRE SANTI: Zenone, Lorenzo e Nicola di Bari 


· "MADONNA DEL SILENZIO": opera del XVII sec., attribuita a Fra Giacomo da San Vito dei Normanni 

· POLITTICO DI SEI SCOMPARTI": su tavola con Madonna delle Grazie ed altri cinque Santi (custodito presso la Pinacoteca Provinciale di Bari), fine '400 inizio '500, attribuito a Cristoforo da Lendinara o ad un pittore pugliese denominato ZT. E' imminente la restituzione dell'opera al Santuario. 

CONFESSIONALI

Sono tre, tutti dello stesso stile e dalle stesse caratteristiche. Nella parte inferiore sono raffigurati, in riquadri geometrici, motivi floreali appena leggibili, ai lati e sulla sommità anse e volute. Ignoto intagliatore dei XVI secolo. PRESEPE

in fondo alla navata laterale. Opera realizzata tra la fine del '400 e l'inizio del '500, attribuita a PAOLO da CASSANO.

Al centro, la Grotta con la Sacra Famiglia è occupata dalle statue policrome: Madonna e S. Giuseppe, inginocchiati in adorazione, il Bambino Gesù, adagiato su di un cuscino. il bue e l'asino. Tutt'intorno, collocate sulla roccia, statue dei Magi e pastori. Intorno, alle pareti affreschi non più visibili e decifrabili. 

DIPINTO DELLA VERGINE DEGLI ANGELI (nella Grotta)

E' l'immagine della Vergine che ha dato origine e dà significato a tutto il complesso. Rinvenuto qui, a dir della tradizione, una prima volta nel XIII secolo e poi una seconda, il 19 maggio 1855, a seguito di "segni misteriosi", è diventato luogo di "pellegrinaggio" per la devozione a Maria. Il titolo è dovuto agli Angeli che circondano il viso della Vergine - alcuni non più visibili - e alla presenza dei Frati Minori (francescani) come primi custodi della Grotta e del nascente Santuario. La Madonna ha il capo reclinato e appoggiato al Bambino Gesù, raffigurato di profilo.

La sua origine divide gli specialisti: secondo alcuni è dei primi secoli dei cristianesimo, addirittura prima di Costantino, perché sulla corona non c'è la croce; secondo altri risalirebbe all'epoca dei Basiliani, quindi al periodo della persecuzione di Leone III Isaurico (714-741). 

IL CHIOSTRO

Sulla sinistra, uscendo dalla Chiesa, una piccola gradinata porta all'ingresso del Convento cui si accede attraverso la portineria e un bellissimo Chiostro. Il Chiostro, dal gusto caratteristicamente francescano, dagli archi bassi ed a sesto acuto, risale alla fondazione del Convento, anche se risistemato nel tempo.

Contiene tutt'intorno affreschi (restaurati di recente) con scene della vita di San Francesco che risalgono alla prima metà del '700. L'Alessandrelli avanza l'idea che siano opera del concittadino pittore Giuseppe Domenico BALESTRA (Cassano Murge 1668-1754), o al massimo dello stesso autore di analoga decorazione esistente nel Convento di Bitetto. 

IL FARO

in fondo al viale nel giardino del Convento
Riprendendo una vecchia tradizione, riportata nel 1482, secondo la quale "sul Cenobio di Cassano si accendeva ogni sera un grosso fanale, che era guida sicura ai naviganti per approdare nel porto di Bari", nel 1954, a ricordo dell'anno Mariano, la Comunità Agostiniana elevò al cielo un FARO che indica a tutti la Presenza di Maria, Faro che illumina il cammino del viandante verso Dio. 

PERSONE ILLUSTRI DEL CONVENTO

Sotto la protezione della Vergine SS. degli Angeli, passarono i loro anni in preghiere e mortificazioni i Beati Giacomo Illirico da Bitetto, Giovanni da Parma ed alcuni illustri Padri Francescani Cassanesi, morti anche loro in onore di santità, fra cui Padre Bernardino:

· Beato Giacomo da Bitetto (al secolo Varingez Giacomo, Zara 1400 - Bitetto 1490 c.), protettore di Bitetto, fu beatificato il 29 Dicembre 1700. E' in corso la "Causa di Santificazione". Soggiornò nel Cenobio di Cassano per circa dodici anni (1444 - 1456). 

· Beato Giovanni da Parma (al secolo Della Penna Giovanni, Parma 1417 - Cassano di Bari 1497). Soggiornò nel "Conventino" di Cassano per circa 40 anni, ove morì all'età di 80 anni. 

· Padre Bernardino da Cassano (Cassano di Bari 1593 - 1679). Una delle figure più complete della Serafica Riforma Pugliese del Seicento. Ministro Provinciale dei Minori Francescani dell'Osservanza (1647 - 1650). Esemplare nell'osservanza religiosa, fu valente nelle lettere e nelle scienze. Padre Lettore di Filosofia e Teologia, Poeta e Oratore non volgare. 


   Pagine tratte da: WWW.COMUNE.CASSAN0.BARI.IT

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